Aeroporto e Fosso Reale
La lotta per imporre o per impedire il nuovo aeroporto della piana sarà lunga e difficile. I cittadini che vorranno difendersi da questa incombente presenza dovranno conoscere e approfondire tutte le questioni, senza limitarsi al problema, pur grave, del rumore.
I problemi che questa nuova infrastruttura creerà sono tanti e tutti devono essere messi con forza sul tavolo di qualsiasi discussione. Per questo bisogna far circolare le informazione e approfondire senza lasciarsi intimidire dalle decine di urbanisti, ingegneri e geologi, economisti che saranno messi in campo per dimostrare, a fronte di parcelle di centinaia di migliaia di euro, che tutti i problemi non esistono e se esistono possono essere facilmente superati.
Vediamo per esempio l’impatto del nuovo aeroporto sul reticolo idrografico della piana di Sesto, caratterizzata da numerosi corsi d’acqua provenienti prevalentemente dal Monte Morello e raccolti alla fine del XVI secolo nel Fosso Reale per risolvere, almeno in parte il fenomeno dell’impaludamento del territorio.
Il sistema delle acque alte della piana è piuttosto complesso e vede i torrenti Gavine e Zambra, convergere sul torrente Rimaggio che si innesta sul Fosso Reale, mentre le acque basse costituite da fossi come il Canale Lungo Nord, il canale Gavine, la Gora di Sesto, la Gora di Quinto, il Torrente Termine, il Fosso di Quarto, il Canale di Cinta occidentale, il Canale di Cinta orientale, il Fosso dei Giunchi, sono convogliate in fossi laterali al Fosso reale (Colatore destro e Colatore Sinistro). Il complesso sistema si completa convogliando le acque verso il Bisenzio.
L’aeroporto intercetta tutti questi corsi d’acqua, caratterizzati da una scarsa pendenza; anzi è posto nel punto di convergenza che segna l’inizio del Fosso Reale. I progetti finora visti, prospettano la deviazione di tutti i corsi d’acqua in un collettore che aggiri a Ovest l’aeroporto, con costi e difficoltà che possiamo immaginare. Ma è evidente che si rischia di annullare il secolare lavoro di regimentazione delle acque avviato nel Medioevo e proseguito con il granduca Cosimo.
Approfondimenti:
– Rischio idraulico
Caro Pres. ROSSI, solo quando si completerà l’opera della nuova pista tu, e gli altri 32 consiglieri che ti hanno supportato in questa “spregevole opera che danneggia sia l’ambiente che i cittadini interessati” vi renderete conto del male che avete fatto solo per il gusto di voler essere imperdonabilmente cocciuti e voler dimostrare di essere solo voialtri a “capire” quali sono i veri bisogni della gente.Invece non vi rendete conto che siete lontani anni luce dalla realtà,è solo per il vostro tornaconto sia economico che elettorale che voi operate,te ne accorgerai alle prossime elezioni,e speriamo Pres. che il tuo mandato finisca presto,avevamo di te un’altra considerazione ma ci siamo sbagliati.
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ma questa è una storia che gli amministratori che ci governano non possono capire perché sordi e ciechi davanti all’ovvio, poiché intenti a mantenere poltrone o a conquistarne altre.
Si parla di eseguire uno studio d’impatto ambientale per verificare ancora una volta l’ovvietà
Siamo vittime della burocrazia che neppure gli stessi burocrati riescono più a gestire. Ci troviamo demandare a terzi ciò che l’evidenza già ci mostra dovendo oltretutto spendere dei soldi pubblici per realizzare studi, carte, perizie solo perché nessuno si assume più le proprie responsabilità e nessuno più accende il cervello.
Inoltre, si parla di tutte le problematiche che potrebbero manifestarsi una volta realizzata la famosa pista parallela convergente ma non si parla mai dei problemi che si innescheranno non appena il primo camion e la prima ruspa cominceranno a darsi da fare per cantierizzare la zona. L’area in questione dovrà prima essere infrastrutturata per consentire a questi mezzi di operare, sia all’interno dell’area in questione e sia per raggiungerla, passando prima dai centri urbani della piana. Centri che si vedranno invadere dai mezzi pesanti che oltre a inquinare devasteranno l’asfalto delle strade facendo ricadere ai vari comuni l’onere della spesa di restauro di tali vie. Decine e decine di camion si dovranno spostare per anni (tanto dobbiamo aspettarci che tra appalti e fallimenti vari, inchieste ecc, l’aeroporto non vedrà mai la luce in tempi brevi). Senza contare che non considerando l’ovvio, “perché non conviene”, se durante i lavori uno dei corsi d’acqua (o più d’uno) vorrà farsi valere mantenendo salda la propria posizione e ingrossandosi per via delle copiose piogge invernali (vedi l’inverno appena passato, per esempio), mettere solo un po’ si sabbia, ghiaia cemento e asfalto non garantirà la stabilità e/o non eviterà l’allagamento della pista in costruzione. Tutto questo imporrà interventi d’urgenza e modifiche al progetto che faranno lievitare i costi, slittare i tempi di consegna e devastare ulteriormente il territorio della piana. Posso azzardare un’ipotesi: a fronte di tali “imprevisti” progettisti e aziende realizzatrici si troveranno costrette a inserire nel terreno numerosi pali in cemento armato (tipo palafitta per intenderci) per creare un appoggio stabile e consistente alla pista. Sviluppate questo pensiero per due chilometri e capirete cosa potrà accadere. Insomma, prima di vedere una pista efficiente, funzionante che porterà tanti soldi a FIRENZE (a Prato alcuno se non deprezzare il valore degli immobili nella zona delle Badie, Mezzana), dovremo fare i conti con tutto questo e molto altro ancora….
Ah! Dimenticavo… Pisa ne pagherà le conseguenze visto che alcuni vettori preferiranno atterrare a Firenze e non più all’aeroporto Galileo Galilei, dequalificando il livello dell’aeroporto stesso e mettendo in crisi posti di lavoro.
Concludo… sarebbe bastato potenziare il tratto ferroviario Firenze-Pisa con treni veloci, moderni e più frequenti e, con meno soldi, meno arrabbiature della gente, meno danni alla salute e meno un sacco di cose (forse anche meno visibilità per qualche amministratore) si sarebbe risolta la questione aeroporto di Firenze.
Ma questa è davvero tutta un’altra storia….
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d’accordo su tutto
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D’accordo su nulla. troppo lunga da dirti, ma se trovo una mezz’ora ti dico.
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