Il traffico a Poggio a Caiano e il Podestà

Era il 1933 e il segretario del fascio di Poggio a Caiano scriveva al Podestà di Carmignano per lamentarsi del traffico sulla strada nazionale pistoiese. In quel periodo il capo della sezione del partito fungeva da “sindaco del rione”, portavoce delle lamentele della frazione. Così il segretario richiese con insistenza che il comune si impegnasse nel creare una variante dove far passare il traffico di attraversamento del paese.

Per dare un’idea del periodo di cui si parla, occorre dire che via Vittorio Emmanuele era ancora una strada bianca e la strada principale del paese, con un breve tratto lastricato (via Cancellieri), dopo il “colmo” ritornava ad essere una via “inghiarata” dove ad ogni primavera veniva steso del sasso di cava, spezzato con un martello sul posto e pressato nel fango, alla buona. Le altre strade erano nelle stesse condizioni; l’edificazione era limitata a poche strade e la popolazione di 3000 abitanti (compresi ovviamente Bonistallo, S. Cristina in Pilli e tutti gli insediamenti sparsi). Pochissimi i veicoli a motore e molti i barrocci.

Il Podestà, conte Contini-Bonacossi, rispose al segretario che il problema era allo studio dell’Azienda nazionale strade statali che stava preparando un progetto complessivo per migliorare l’intero asse viario e che quindi conveniva aspettare l’imminente soluzione.

Ora sono passati 90 anni, nel dopoguerra le strade sono state asfaltate, gli abitanti sono arrivati a 10.000 e il traffico odierno lo conosciamo. Riusciremo a trovare una soluzione entro il 2033, cioè entro il secolo da quello scambio di lettere?

(segue)