Le Scuderie: un recupero incompleto

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Il corridoio centrale delle Scuderie alla fine degli anni ’80 con le prime opere di consolidamento

Le stalle o scuderie della villa medicea di Poggio a Caiano sono un monumento eccezionale del territorio pratese. Il loro recupero rappresenta un risultato memorabile per il piccolo comune e per le altre amministrazioni che vi hanno preso parte. Oggi accolgono la biblioteca comunale, la saletta conferenza, lo spazio per mostre temporanee e il museo. 

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Il primo piano con il lunghissimo corridoio in una pianta di inizio XIX secolo

Il grandioso edificio, lungo 108 metri e largo 31, rappresenta un monumento unico nel suo genere e ha rappresentato un completamento essenziale della villa. Al piano terra, diviso in due corsie di tre campate ciascuna coperte a crociera, erano alloggiati i cavalli e le carrozze necessari alla corte. Al piano primo c’erano camerate per il personale di guardia e di servizio disposti ai due lati di un corridoio che si sviluppa per tutta la lunghezza dell’edificio e si affaccia sulle facciate con due grandi finestre crociate. Nel primo dopoguerra il complesso fu affidato alla famigerata Associazione Nazionale Combattenti e da questa alienato a privati che realizzarono  laboratori artigiani a piano terra e piccoli alloggi monolocali al piano primo. Tra gli anni sessanta e settanta diventò un punto di riferimento per l’immigrazione meridionale.

Dopo l’incendio del 1978, con il crollo di alcune volte e di parte della copertura, seguirono anni di abbandono e il recupero non era affatto scontato, visto lo stato dell’edificio e i costi. La messa in sicurezza di tutto l’edificio e il riutilizzo di una parte di esso fu il frutto degli sforzi di validi amministratori come Marcello Meoni che ebbe l’intuizione che i finanziamenti sarebbero arrivati anche grazie ad un’operazione culturale di vasto respiro come un concorso di architettura; come Silvano Gelli che da sindaco si prodigò per avere i finanziamenti e la partecipazione di vari enti alla difficile impresa; come Angelo Formichella che ha saputo fare delle Scuderie un polo culturale di scala provinciale ,poi potenziato dalle successive amministrazioni.

Ora però gli anni sono passati e occorre mettere in campo risorse e idee, necessarie per  completare l’impresa.
Accantonate da tempo idee incongrue come la previsione di spazi ricettivi e la costruzione dell’auditorium nell’area esterna verso Prato, occorre progettare e pianificare sia le necessarie sistemazioni esterne, sia il parcheggio pubblico (che qualche mese fa sembrava cosa fatta), sia il completamento del riutilizzo degli spazi.

Per quest’ultimi la soluzione sembra obbligata: le scuderie devono potenziare il proprio ruolo di polo culturale con spazi espositivi e museali.
Capisco che le risorse manchino, ma la vicenda delle Scuderie ci insegna che senza mettere in campo idee e iniziative, i finanziamenti non arrivano.

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Una delle due corsie del piano terra in una foto anni ’60