Partito sotto tutela, Città sotto tutela

La lista del PD pratese per le prossime elezioni regionali è sicuramente il risultato di una faticosa e forse sofferta discussione ed è il frutto di scelte legittimamente fatte da un partito politico. Tuttavia ci dice qualcosa sull’intera città e sul suo peso nella Regione e nella politica in generale.

Le candidature e le nomine dei capilista in tutti i collegi regionali sono nate da una febbrile trattativa, descritta dai giornali, e sono state distribuite col bilancino, tenendo conto di tutti i partiti, correnti e simil-partiti che compongono la coalizione.

A Demos, uno di questi partiti apparentemente inesistenti, spettava una candidatura da capolista in uno dei collegi, per motivi che al normale cittadino sfuggono, e dopo aver provato con Lucca, la scelta è caduta su Prato.

Dunque il ruolo di capolista del PD, in una delle città in cui il PD è più forte, sarà affidato ad un partito del nulla% e ad un candidato che nessuno conosce e di cui non si sa cosa abbia fatto fino ad oggi in politica o nella pubblica amministrazione.
Il PD ha invece rinunciato, per motivi rimasti oscuri, a candidare Lorenzini che invece è stato un buon sindaco per Montemurlo e poteva portare alla lista ben più voti di un partito creato dal nulla e sul nulla.

Qualcosa di simile era successo alle scorse elezioni quando fu escluso dalle liste all’ultimo momento il dott.Pasquale Leonardo per far posto alle ambizioni politiche di Lorenzo Marchi (oggi segretario di Demos).

Certamente dietro queste scelte ci sono equilibri interni alla lista, strategie personali, situazioni complesse che non si possono leggere con chiarezza dall’esterno: forse quel posto da innocuo capolista serve a conservare una pace interna fittizia, forse serve a conservare quote di potere predisposte o equilibri sperimentati, sempre che un altro ex sindaco non rompa le uova nel paniere.
Certamente non c’era da aspettarsi in questi tempi tristi che tutto avvenisse con primarie di partito, discussioni, programmi.
E tuttavia all’esterno l’impressione che rimane è di una forza politica che amministra la città ma che appare sotto tutela, senza autonomia, incapace di imporre scelte proprie ai livelli regionali o peggio ai potentati.
Salvo che non ci siano contropartite che oggi sono difficili da vedere.

La stessa cosa è avvenuta nel 2018 con la fallimentare candidatura di Della Vedova, paracadutato da Roma a far da candidato del centrosinistra per il collegio uninominale  di Prato.
Oggi il PD pratese inghiotte un altro rospo e questo ci dice come questa sia una città in serie D, in politica come nel calcio.