Dogane in Valbisenzio (2)

Lungo il percorso Cai 20, nel punto più basso del crinale che separa la Valbisenzio dal Mugello, si trova il rudere di un edificio ormai ridotto a poche murature pericolanti (44.02072762068259, 11.188998256758998)
Non si tratta dei resti di un edificio rurale ma di una delle tre dogane costruite o trasformate alla fine del Settecento ai confini con la Contea di Vernio, un feudo sopravvissuto fino ad allora, quanto meno come entità “fiscale” per i dazi da pagare in entrata e uscita verso il Granducato.

Una raccolta di disegni e mappe, conservate nell’Archivio di Stato di Firenze, descrive tutte le varie costruzioni che costituivano sui confini del Granducato il sistema di dogane che doveva controllare e tassare le merci in transito.
La dogana di cui restato i ruderi, era posta vicino Montecuccoli e viene indicata come “nuova Dogana di Montecuccoli al Malpasso fabbricata in quest’anno 1788”.

Si trovava in un punto che allora era evidentemente nodale sul territorio, al convergere di cinque diverse strade, ancora esistenti seppure come sentieri. Infatti era ubicata lungo la “Strada che da Mercatale di Vernio va a Barberino” all’incrocio con la strada di crinale che da “Montecuccoli va a Mangona” (ora intitolata come “Strada della lana e della seta”) e con altre strade secondarie,  ed era posta esattamente sul valico più basso e comodo della dorsale della Calvana, a soli 630 sul livello del mare.

Dopo pochi decenni, nel 1814 essendo stata definitivamente abolita la contea di Vernio, con il riordino post-napoleonico, furono tolte le dogane tra il Granducato e il territorio di Vernio. Persa la funzione l’edificio deve essere rapidamente deperito, anche perchè costruito con molta perizia e murature ben fatte, ma con la pietra reperita in luogo, assai debole. Oggi sono presenti solo spezzoni di muro, uno dei quali spinto pericolosamente fuori piombo dalle radici degli alberi. Il rudere si trova a una certa distanza dalla strada da Barberino a Montecuccoli il cui tratto finale sicuramente fu costruito in anni in cui la dogana aveva perso la sua funzione e forse per evitare la ripida salita che portava al valico con una più facile e moderna viabilità.

Nella raccolta dei disegni del sistema doganale è compresa una mappa che insieme a quella di Malpasso vede rappresentate, non lontano, anche la dogana di Strada, sulla via da Prato a Vernio e la dogana di Mangona, posta su un’altra delle strade da Barberino a Vernio.

I disegni qui pubblicati hanno i medesimi caratteri di quelli dell’intera raccolta, in cui gli edifici sono raffigurati planimetricamente (una pianta per ogni piano) e in alzato inseriti realisticamente nel paesaggio reso con gusto pittorico raffigurando passeggeri, animali o vetture. Si riconoscono le strade ma l’aspetto dei luoghi è molto diverso da quello attuale (solitamente molto più boscoso). Di ogni vano si indica l’uso e la funzione e sempre si fa riferimento all’anno di costruzione o di rifacimento del fabbricato.