Cortina fumogena (1)

Molti, in diverse situazioni che vanno dal talk show alla discussione al bar, chiedono agli insegnanti di spiegare perché sono così decisamente contrari alla cosiddetta riforma denominata la “buona scuola”.

La spiegazione non è breve e chi la chiede dovrebbe avere la pazienza di ascoltarla; invece la domanda è retorica e serve solo a sottolineare l’incomprensione per le ragioni dei lavoratori della scuola che è generale nel paese, anche a seguito di una campagna di stampa che sembra orchestrata  e che dura ormai da anni.
Comincerò a spiegare qui la prima ragione che impone agli insegnanti di contrastare la cosiddetta riforma, che tale non è.

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Si tratta infatti di una cortina fumogena fatta per nascondere i veri problemi della scuola e non per riformare.
Non si occupa dell’incongruenza dell’obbligo scolastico a 16 anni con l’ordinamento attuale delle scuole superiori, ed in particolare degli istituti tecnici, e dell’impatto negativo che questo ha sull’abbandono scolastico, e sulla qualità stessa dell’insegnamento tecnico confinato, di fatto, nel triennio.
Non dà indicazioni per creare percorsi d’informazione e continuità tra le scuole medie e le superiori.
Non riforma l’inutile esame di terza media arrivato a comprendere sei prove in sei giorni, neanche per l’ammissione alla Nasa.
Non incide sulla necessità di superare l’approccio teorico di molte discipline e sulla carenza di laboratori, trasformati ovunque in aule.
Non offre percorsi effettivamente professionalizzanti di breve durata.
Non comprende alcuna idea per superare la difficile situazione degli Istituti professionali, diventati dei ghetti.
Non riforma l’assurdo sistema di valutazione finto severo delle scuole medie dove non si può dare anche una sola insufficienza perché altrimenti si è obbligati a bocciare.
Non affronta con decisione il problema della mancanza di spazi fisici e di attrezzature che caratterizza le scuole italiane di ogni grado.
Non affronta la necessità di accorciare di un anno il percorso di studi complessivo.
Non prende alcuna misura per mettere un tetto ragionevole al numero massimo di alunni per classe.
Non affronta la stridente differenziazione qualitativa fra istituti scolastici e tra aree geografiche.
Non risolve la crescente penuria di risorse messe a disposizione della scuola pubblica.
E ogni insegnante potrebbe aggiungere tanto altro.

Come ha detto Walter Tocci, non c’è nella “Buona Scuola” alcuna strategia per rimuovere gli ostacoli che impediscono al nostro sistema di assolvere pienamente ai compiti repubblicani: la diseguaglianza nell’accesso e nell’esito dell’istruzione.

Si tratta dunque di cortina fumogena. Vedremo poi cosa serve a nascondere.